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STORIA, STORIELLE E STORIACCE DELLA RECENTE SANITA’ IN REGIONE SARDEGNA

STORIA, STORIELLE E STORIACCE DELLA RECENTE SANITA’ IN REGIONE SARDEGNA

Per completezza d’informazione su tutto quanto ruota intorno alla sanità in Regione Sardegna, riteniamo corretto segnalare che sul quotidiano on line Ad Maiora Media, http://sardegna.admaioramedia.it, diretto dal giornalista Fabio Meloni, viene pubblicata una Storia ‘recente’ della Sanità Sarda, a puntate, raccontata da un “professionista sanitario esperto” che si cela dietro lo pseudonimo di “Doctor House”.

Ogni puntata è dedicata ad un tema differente, finora ne sono state pubblicate cinque, nelle prossime settimane saranno condivise ulteriori approfondimenti.

Nessun altro intento se non quello di confrontarci con un punto di vista pur celato dietro l’anonimato.


Nel febbraio 2014Francesco Pigliaru vinceva le elezioni regionali e pochi mesi dopo, insediatasi la sua nuova Giunta, iniziava il nuovo corso della Sanità Sarda. In effetti, per quasi un anno si è registrato il blocco totale. Infatti, i direttori generali delle Asl, pur rimanendo in carica fino al dicembre 2014 (furono licenziati a mezzo posta, senza neanche un grazie di… cortesia), di fatto erano stati privati della possibilità di prendere qualsiasi decisione, con il blocco assoluto delle comunicazioni da e per l’Assessorato della Sanitàuna vera e propria destituzione. Per quasi due anni, il centrosinistra si è lamentato in ogni sede della pessima gestione e degli sprechi in sanitàche sarebbero stati fatti durante la Giunta Cappellacci. In verità, se si andassero a controllare bene i conti della Giunta Soru negli anni precedenti si verificherebbe facilmente che anche quella gestione non fu ‘magnifica’, con aumento delle spese e sprechi, come può succedere data la complessità delle problematiche affrontate da un Assessorato mastodontico come quello alla Sanità.

su http://sardegna.admaioramedia.it/doctor-house-storia-recente-della-sanita-sarda-leredita-della-giunta-cappellacci-1-puntata/


La prima domanda è perché? Se delle 20 regioni italiane solamente una (Marche) l’ha istituita e, sembra stia tornando sui suoi passi, perché ora in Sardegna? Soprattutto, se andiamo a considerare le tantissime differenze (territorio, popolazione, attività sanitarie erogate) con la nostra Isola. Infatti, seppure sia vero che abbiamo una popolazione simile (1,5 milioni di abitanti), bisogna considerare che sono distribuiti in 9.000 mq regolari, mentre la Sardegna si estende su 24.000 mq disomogenei con una rete stradale che ‘allunga’ le distanze, rendendo le zone da congiungere ancora piu’ disagiate.

E poi, la Regione Marche non è mai stata segnalata come una Regione virtuosa, da imitare, così come, per esempio, il Veneto, la Lombardia, la Toscana o la Liguria. La risposta più gettonata? Con una Asl unica regionale, e gli accorpamenti conseguenti, si gestiscono meglio le risorse e si risparmia. Ad oggi, i dati dicono il contrario: la spesa aumentata e fuori controllo, una disorganizzazione imperante a tutti i livelli, ospedalieri e territoriali, sono la diretta conseguenza.

su http://sardegna.admaioramedia.it/doctor-house-storia-recente-della-sanita-sarda-a-puntate-ats-la-asl-unica-regionale-2-puntata/


La Sardegna, attualmente è organizzata con due centrali operative 118, a Cagliari e Sassari, le quali, seppur con tante difficoltà, sono riuscite a garantire una buona assistenzasu tutto il territorio regionale. Le maggiori difficoltà sono dovute principalmente all’estensione del territorio con una rete stradale particolarmente difficoltosa. Inoltre, durante l’alta stagione turistica (l’estate ormai supera i tre mesi canonici) il sistema emergenzadeve affrontare e garantire l’assistenza sanitaria addirittura ad oltre un milione di turisti.

Siccome tutto è migliorabile, qualcuno ha pensato che fosse assolutamente necessaria la costituzione di una nuova azienda, l’Areus (Azienda sanitaria emergenze e urgenze della Sardegna), oltre al servizio di elisoccorso. Uno dei principali motivi di protesta da parte dei Sindaci (giustamente…) è proprio la mancanza di una seria programmazione, dovuta sopratutto alla scarsa competenza degli ‘esperti’, il cui unico problema è rimasto esclusivamente quello di poter dichiarare ai quattro venti di aver “portato a casa“ il nuovo piano di riforma sanitario.

su http://sardegna.admaioramedia.it/doctor-house-storia-recente-della-sanita-sarda-a-puntate-areus-lemergenza-urgenza-3-puntata/


L’accordo di massima per la realizzazione del Mater Olbia tra la nostra Regione ed il Qatarfu intrapreso dall’allora presidente Cappellacci e, forse, anche per questo le attuali opposizioni non hanno fatto le barricate.

Ma il fatto più curioso è che l’opposizione di allora (attuale maggioranza di governoostacolò e manifestò, in ogni sede, il proprio dissenso a partire dal responsabile Sanità del PdGiuseppe Sechi, attualmente al vertice dell’Assessorato regionale della Sanità. Sarebbe interessante capire cosa gli abbia fatto cambiare idea, o chi? Sarà stata la determinazione (impositiva) dell’allora Presidente del Consiglio, Matteo Renzi? O si sarà convertito della bontà dell’iniziativa, sulla via di Doha? Poco cambia se l’iniziativa sia caldeggiata tanto a destra quanto a sinistra, anche perché una domanda sorge spontanea: è assolutamente necessario ed utile alla Sardegna?

su http://sardegna.admaioramedia.it/doctor-house-storia-recente-della-sanita-sarda-a-puntate-mater-olbia-4-puntata/


Altra grande idea degli ‘illuminati’. L’accorpamento rappresenta il denominatore comune della riforma sanitaria e della riorganizzazione della rete ospedaliera, presente in tutti i decreti, delibere ed atti aziendali. L’intelaiatura della loro teoria, ‘l’uovo di Colombo’ per un risparmio sicuro.

Tutto è iniziato con gli accorpamenti dell’Oncologico-Businco e Microcitemico-Cao  all’Azienda ospedaliera Brotzu e dell’Ospedale SS. Annunziata di Sassari con le Cliniche  Universitarie. E’ come aver messo insieme il diavolo e l’acqua santa. In entrambi i casi, realtà sanitarie con ‘mission’ completamente differenti. Il futuro? Il SS. Annunziata continuerà a fare i cosiddetti numeri e, al contempo, sarà inglobata dalla scienza e dalla ricerca dell’Università di Sassari. A Cagliari, anche peggio, basta vedere l’Atto aziendale in fase di presentazione ed approvazione definitiva. Ad eccezione di qualche sindaco (sopratutto per la difesa dell’ospedale della ‘zona’ in cui amministrano), dispiace constatare il silenzio assordante che stanno accompagnando queste manovre, soprattutto da parte dei sindacati di categoria e delle molteplici associazioni a tutela dell’assistenza dei cittadini. Non abbiamo assistito, ad esempio, come ai tempi dell’assessore Liori, a manifestazioni di protesta che, con forza e convinzione, hanno spinto la Giunta Cappellacci a tornare sui propri passi, impedendo di fatto l’accorpamento del Microcitemico al Brotzu. Anche i sindacati di categoria, soprattutto quelli medici, hanno fatto poco e nulla per impedire questo scempio. Penso, ad esempio, all’Associazione nazionale Medici di Direzione ospedaliera (Anmdo), sia a livello nazionale che regionale, tanto attiva in passato, soprattutto nei periodi governati dal centrodestra, invece di fronte alla cancellazione, di fatto, delle direzioni sanitarie di Presidio, si è distinta per il silenzio assoluto. Tutti, oggi, evidentemente hanno cambiato idea.

su http://sardegna.admaioramedia.it/doctor-house-storia-recente-della-sanita-sarda-a-puntate-gli-accorpamenti-degli-ospedali-5-puntata/


Dal 1 aprile 2017, il servizio 118 regionale è governato da un unico dirigente, il cardiologoPiero Delogu, già direttore della Centrale operativa 118 di Sassari, subentrato al medicoGianfranco Ganau, ora presidente del Consiglio regionale, a lui ‘politicamente’ molto vicino.

Delogu è stato incaricato, con una delibera del direttore generale dell’AtsFulvio Moirano, a subentrare “ad interim”, come facente funzione, al collega Giuseppe Iasiello, sommando così sulla sua persona ben quattro incarichi: direttore della Centrale di Cagliari e di Sassari e quello di direttore del Servizio territoriale 118 di Cagliari e di Sassari. Un’originale sistema di accentramento senza delibere regionali. E senza concorso. Intanto, in attesa della ‘validazione politica’ dell’Areus (Azienda regionale per emergenze urgenze), c’è già quella operativa con protocolli che arrivano da Sassari come protocolli regionali, mai approvati dal Comitato regionale per l’emergenza. Nuovi rapporti con personale delle Msa (ambulanze medicalizzate, 24 mezzi in tutta la Sardegna) senza il coinvolgimento dei sindacati, si approvano nuovi orari di servizio, spostamenti del personale, definizione di ruoli, con il volontariato, vengono stipulate estensioni di convenzione e richieste di variazioni ad una convenzione con cooperative, scaduta da giugno.

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