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COMMMENTO ALLA STESURA DEFINITIVA DEL PSS SARDEGNA 2022/2024

COMMMENTO ALLA STESURA DEFINITIVA DEL PSS SARDEGNA 2022/2024

Prot. 209 DEL 18 FEBBRAIO 2022

                                                      

All’Assessore Regionale alla Sanità

 

Al Direttore Generale Assessorato Regionale alla Sanità

 

 

Oggetto: comunicazioni conclusive su Piano Regionale dei Servizi Sanitari – Triennio 2022/2024

 

 

Gentilissimi, nello scorso mese di Novembre 2021 vi abbiamo presentato un articolato commento al piano in oggetto provando a suggerire di migliorarlo in qualche passaggio delle 182 pagine che componevano la bozza presentataci, che oggi siamo stati convocati a valutare in una audizione, testuale, “decisiva per consentirne l’ingresso in consiglio regionale per le deliberazioni conseguenti. A tutti gli effetti la II bozza è quindi da ritenersi definitiva.

 

 

Dobbiamo prendere atto che le osservazioni e le riflessioni da noi rese a supporto di quali scelte di programmazione e pianificazione sanitaria, di quale distribuzione delle risorse, di quale tutela e sostenibilità del sistema salute pubblica, non siano state al momento recepite, eccezion fatta a sola pagina 117 con l’inserimento di “università” tra i soggetti coinvolti.

 

 

Soprattutto, dell’implementazione di nuove 5 nuove Case di Comunità rispetto alle n. 45 precedenti nessuna ricade nel Sulcis Iglesiente, e delle nuove allocazioni delle precedenti n. 45  Case di Comunità nessuna rivisitazione interessa i 23 comuni che insistono nella ASL di riferimento.

 

 

Se l’individuazione delle n. 50 Case della Salute è stata “obbligata” nel rispetto di parametri che discendono da indicazioni nazionali, persistono discordanze tra alcuni di questi “indicatori” e tra pari opportunità e di trattamento tra le diverse aree geopolitiche sarde. Se la programmazione si fonda anche dalla conoscenza dei territori, gli abitanti del Sulcis Iglesiente, 127mila residenti/142mila complessivi, non possono non chiedersi come mai in 1500 kmq siano previste solo n. 3 nuove strutture sanitarie (1 CDS+2 ODC) rispetto ad aree, ad esempio quella metropolitana cagliaritana, dove tra Siliqua-Decimomannu-Assemini-Elmas sono invece previste n. 2 case della salute e n. 3 ospedali di comunità. Con che criterio è stata individuata questa distribuzione? Per “proprietà transitiva“, se all’area metropolitana cagliaritana A corrisponde B (in rapporto ad abitanti e kmq), al sulcis iglesiente C, sempre in rapporto ad abitanti e kmq si può legittimamente affermare che debba sempre corrispondere B.

 

 

Ancora, se da parte pubblica si riduce l’analisi dell’allocazione delle nuove strutture sanitarie nel Sulcis Iglesiente anche in riferimento all’esistente, l’esistente delle Case della Salute di Giba, Fluminimaggiore e Carloforte racconta che non sono ancora entrate a regime e stenteranno a mettersi alla pari di medesime entità in altre aree. E come esistono strutture attive in ASL Sulcis, parimenti esistono in altre ASL che ne accoglieranno di nuove.

 

 

Forse le proposte dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Carbonia Iglesias non sono state neppure valutate nel loro complesso, eppure erano state rese all’Assessorato alla Sanità per contribuire ad indirizzare scelte precise, conoscendo ex ante bisogni e caratteristiche della domanda di assistenza e della complessità del nostro territorio.

 

 

Si sta optando per un piano in cui permangono elevate discordanze tra aree territoriali sarde, fatto per il quale la fiducia verso il servizio sanitario regionale non può che calare.

 

 

I numeri delle tante tabelle contenute nella I° bozza raccontavano molto dei contesti assistenziali, strutturali, prestazionali, geopolitici in divenire, e siamo stati lungimiranti nel prevedere che la condizione di marginalità del Sulcis-Iglesiente potesse restare tale tra righe del piano in trattazione nella stesura definitiva, dove è confermato che nel perimetro che insiste su ASL SULCIS siamo destinati ad essere ancora considerati territorio marginale e limitrofo all’area metropolitana cagliaritana, che assorbe non solo attenzioni ma soprattutto risorse e prospettive.

 

 

Eravamo fiduciosi che l’Assessorato Regionale alla Sanità avesse interesse a rimescolare le carte ed ad avere capacità di ascoltare anche nostro tramite in bisogno di salute e sanità dei 127mila cittadini utenti del Sulcis Iglesiente.

 

 

Ci siamo sbagliati.

 

 

Al Sulcis Iglesiente non è riconosciuto nemmeno in ipotesi il diritto universale ad un accesso alle cure adeguato ai bisogni, e pur condividendo l’impostazione del PSS intorno alla persona al fine di realizzare una rete di medicina territoriale efficiente,  non possiamo che confermare di ritenere contraddittoria la ripartizione e la collocazione di nuove strutture di assistenza nel nostro territorio, soprattutto nei comuni con media densità di popolazione.

 

 

Più cittadini fragili, più disabilità, maggiori patologie croniche, indice di vecchiaia più alto rispetto al resto d’Italia: anche da essi e dal quadro epidemiologico dovrebbero discendere le scelte di programmazione sanitaria, l’efficiente distribuzione delle risorse e la sostenibilità del sistema, senza trascurare il corretto dimensionamento del fabbisogno socio-sanitario comune per comune, che è costituito dal volume delle prestazioni sanitarie dislocate su tutto il territorio provinciale, e che sconta ad oggi criticità strutturali, organizzative, gestionali e lavorative che arrivano da lontano e che non si riescono a risolvere, tra l’indifferente generale e qualche lamentazione.

 

 

Nel nostro territorio la matematica non è una opi-nione: n. 8636 cittadini rinunciano alle cure per motivi di carattere economico,  n. 4200 cittadini rinunciano alle cure per motivi legati alle liste d’attesa e dalla distanza dai luoghi di erogazione delle prestazioni, 23mila circa prestazioni sono in attese di essere erogate non si sa dove non si sa quando, 240mila sono le prestazioni sanitarie erogate da ASSL Cagliari per Assl Carbonia.

 

            Per integrare le ulteriori 5 Case della Salute in regione Sardegna, da nuove linee di finanziamento sono state recuperate risorse economiche per complessivi 7milioni764mila euro, di cui nemmeno un centesimo nel Sulcis Iglesiente.

 

 

E’ anche per questi numeri importante che abbiamo provato a contribuire a  geolocalizzare meglio il fabbisogno di cure in una effettiva rete socio- assistenziale, e non ci siamo riusciti.

 

 

La politica e l’Assessorato:

 

  • perdono una grande occasione di accogliere alcune nostre pertinenti, autorevoli e ragionate considerazioni, espresse e condivise in funzione delle aspettative sia della professione infermieristica che dei cittadini e non di meno della sanità pubblica e della medicina territoriale nel loro complesso

 

  • restano su livelli distanti dalle realtà del quotidiano, che abbiamo ampiamente illustrato nella nota 540 del 24 Novembre 2021.

 

  • dimostrano di non comprendere come articolare, allocare, organizzare risposte alle domande poste, e destinate a restare inevase.

 

 

Chi già possedeva e ha potuto essere provvisto di nuove strutture sanitarie incamera, chi niente aveva nulla continuerà a tenere.

 

 

I richiami sui principi di universalità e pari opportunità, su uguaglianza ed equità che per i cittadini significano garanzie, accesso universale, erogazione equa delle cure e dell’assistenza in ogni ambito che abbia ha che fare con la salute, restano e resteranno lettera morta.

 

 

In sanità e salute pubblica, tra Trapassato Remoto, quindi narrare di un fatto concluso senza riflessi sul presente, e Passato Prossimo, esprimere un’azione che tende ad avere effetti coinvolgenti e percepiti dalle persone ancora oggi e domani, non abbiamo alcun dubbio da che parte stare.

 

 

Con tutta evidenza, l’Assessorato alla Sanità sceglie di non essere al nostro fianco.

 

 

Per il Consiglio Direttivo composto da

 Puddu Claudia, Sergio Lai, Paolo Boi,

Brunella Porcu, Stefania Accotzu, Andrea Matzuzzi,

Renato Loddo, Stefano Stori

 

Firmato il Presidente Graziano Lebiu

OPI 209 commento II stesura Piano Servizi Sanitari

OPI 540 commento al piano servizi sanitari

OPI RELAZIONE VILLAMASSARGIA DICEMBRE 2021