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INTEGRAZIONI DA PARTE DEGLI ISCRITTI ALBO AL CODICE DI DEONTOLOGIA INFERMIERISTICA

INTEGRAZIONI DA PARTE DEGLI ISCRITTI ALBO AL CODICE DI DEONTOLOGIA INFERMIERISTICA

Prima stesura Codice Deontologico dell’Infermiere Roma Novembre 2016

Capo I – I principi e i valori

  1. L’infermiere è il professionista sanitario che nasce, si sviluppa ed è sostenuto da una rete di valori e saperi scientifici. Persegue l’ideale di servizio. È integrato nel suo tempo e si pone come agente attivo nella società a cui appartiene e in cui esercita.
a) vocazione: chiamata ad abbracciare la professione per sviluppare e acquisire i valori e i saperi scientifici. E’ integrato nel suo tempo e si pone non solo come professionista ma come persona nella società a cui appartiene e dove esercita. b) presupposti irrinunciabili; c) e l’educazione sanitaria?

 

 

  1. L’infermiere persegue l’ideale di servizio orientando il suo agire al bene della persona, della famiglia e della collettività. Le sue azioni si realizzano e si sviluppano nell’ ambito dell’assistenza, dell’organizzazione, dell’educazione e della ricerca.
 

 

 

  1. L’infermiere cura e si prende cura, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’uguaglianza della persona assistita, delle sue scelte di vita e della sua concezione di salute e di benessere.
a) trovo in questo articolo l’importanza nel valutare l’individualità e la possibilità di scelta della persona assistita in base alla propria cultura e conoscenze. b) evidenzia il principio dell’uguaglianza delle persone assistite; c) anche se spesso ci troviamo a scontrarci con altri professionisti e non può più rispettare pienamente questo aspetto. Dovremmo avere più autonomia e tutela anche in questo caso; c) coerentemente con i dettami costituzionali; d) nella realtà l’infermiere è molto limitato nella possibilita’ di rispettare le scelte di vita dell’assistito sia per le leggi vigenti che per i protocolli utilizzati nei luoghi di lavoro; e) cura come rispetto della persona

 

 

  1. L’infermiere nell’agire professionale utilizza l’ascolto e il dialogo. Si fa garante che la persona assistita non sia mai lasciata in abbandono.
a) ascolta e dialoga con la persona assistita in base al rapporto che si instaura con la stessa. C’è da considerare che alcune volte si trovano ostacoli cioè persone difficili da gestire in quanto molto staccati e chiusi. Sta a noi aiutare le persone a fidarsi cercando di metterle a loro agio. b) ci si dimentica spesso che la professione ci piace anche nell’uso dell’ascolto e del dialogo: c) l’infermiere non utilizza l’ascolto e il dialogo, agendo sull’osservazione di posizioni, mimica facciale, gesti e tutto ciò che non è verbale; d) l’infermiere più dell’abbandono deve lavorare su come rendere consapevoli e autonomi gli assistiti sulla scelta della cura; e) nell’agire professionale utilizza l’ascolto, il dialogo e la gestualità, garantisce che la persona assisittia nonsia lasciata in stato di abbandono;

 

 

  1. L’infermiere si attiva per l’analisi dei dilemmi etici. Promuove il ricorso alla consulenza anche al fine di contribuire all’approfondimento e alla riflessione etica.
a) la frase non suona bene, il termine “anche” sembra superfluo e si ripete nel concetto finale ciò che viene detto in altri termini all’inizio. Da riformulare; b) e favorendo, dove non siano presenti le istituzioni, di comitati ad hoc, multidisciplinari; c) richiedere supporto e consulenza più frequenti e strutturati perché i problemi etici sono complessi e ricorrenti; d) più disponibilità do strumenti organizzativi, confronti ed incontri per individuare linee comuni; e) relazione d’aiuto in senso olistico

 

 

  1. L’infermiere si impegna a sostenere la relazione assistenziale anche qualora la persona manifesti concezioni etiche diverse dalle proprie. Laddove la persona assistita esprimesse e persistesse in una richiesta di attività in contrasto con i principi e i valori dell’ infermiere e/o con le norme deontologiche della professione, si avvale della clausola di coscienza rendendosi garante della continuità assistenziale.
a) rispettare le diversità etiche

 

 

Capo II – La funzione assistenziale

  1. L’infermiere tutela l’ambiente e promuove stili di vita sani anche progettando specifici interventi educativi e informativi a singoli, gruppi e collettività, organizzandoli e partecipandovi
 

 

 

  1. L’infermiere dà valore alla ricerca e alla sperimentazione. Progetta, svolge e partecipa a percorsi di ricerca in ambito clinico, assistenziale e organizzativo di cui cura e diffonde i risultati.
a) il suo lavoro all’interno dell’equipè di ricerca deve essere equiparato a quello degli altri professionisti, cosa che succede di rado. Approfondire la figura del Clinical Research Nurse. b) ruolo nell’ambito della ricerca ancora troppo sottovalutato rispetto al resto dell’equipe; c) aspetto ancora oggi non compiuto per mancata propaganda, mancato interesse, mancate risorse; d) progetta, svolge, partecipa e promuove percorsi di ricerca in ambito clinico e) di impossibile realizzazione in molte realtà; f) fondamentale

 

 

  1. L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze attraverso il pensiero critico, l’educazione continua, l’esperienza, lo studio e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad attività di formazione.
a) sarebbe importante rimarcare e specificare le sanzioni che devono essere poi applicate nei confronti di chi non rispetta l’obbligo della formazione continua; b) tale educazione e aggiornamento continuo viene riconosciuto di rado e spesso ignorato dalla comunità professionale e civile; b) progetti e attività da incrementare; c) divulgare la tabella delle sanzioni; d) di impossibile realizzazione in molte realtà; d) basta con questo richiamo all’infermiere ad ogni di articolo! e) tempi, luoghi, spazi, mezzi per la formazione e la ricerca non ce ne sono!!; f) più occasioni di crescita;

 

 

  1. L’infermiere adotta comportamenti leali e collaborativi con i colleghi e gli altri operatori. Riconosce e valorizza il loro specifico apporto nel processo di assistenza. Si forma e/o chiede supervisione per attività nuove o sulle quali ha limitata casistica.
 

a) da accorpare all’11; più lealtà tra professionisti

 

 

 

  1. L’infermiere agisce sulla base del proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, all’intervento e/o alla consulenza di infermieri esperti o specialisti.
a) da accorpare con il 13; b) ritengo che un infermiere non debba peccare di presunzione sentendosi infallibile ma è giusto davanti a momenti d’incertezza confrontarsi e accettare suggerimenti e conoscenze da altri colleghi; c)  da accorpare con il 10; e) poche possibilità di vederlo realizzato

 

 

  1. L’infermiere presta consulenza ponendo le sue conoscenze e abilità a disposizione della propria, delle altre comunità professionali e delle istituzioni.
 

 

 

  1. L’infermiere riconosce che l’interazione e l’integrazione intra e inter professionale sono fondamentali per rispondere alle richieste della persona.
a) da accorpare con l’11; b) il termine richieste andrebbe accompagnato da un sostantivo che specifichi l’aspetto assistenziale; c) richieste è eccessivamente generico, potrebbe esssere pertinente specificare l’ambito assistenziale; d) fondamentale

 

Capo III – La relazione e la comunicazione

  1. L’infermiere ascolta la persona assistita, la informa e dialoga con essa per valutare, definire, qualificare e attuare la risposta curativo assistenziale e facilitarla nell’esprimere le proprie scelte.
a)     Il primo approccio con l’infermiere e con le sue competenze permette all’assistito di capire che il suo reale problema e disagio possono essere presi in carico; b) rispettare le scelte, non solo facilitarle

 

 

15 L’infermiere rileva e facilita l’espressione del dolore della persona assistita durante l’intero processo di cura. Si adopera affinché la persona assistita sia libera dal dolore.

a)     Compatibilmente e mai in contrasto con le convinzioni personali dell’assistito; b) la terapia del dolore, e con essa la valutazione, dovrebbero essere prese in maggiore considerazione, in alcuni reparti sono completamente ignorati; c) non facciamo nulla per valutare il livello del dolore  e porvi rimedio; b) e libertà di scelta su cosa o quale terapia possa liberare dal dolore

 

 

  1. L’infermiere favorisce i rapporti della persona assistita con chi le è di riferimento e con la sua comunità, tenendo conto della dimensione interculturale.
 

 

 

  1. L’infermiere conosce il progetto diagnostico e terapeutico. Dà valore all’informazione integrata multi professionale di cui cura la relativa documentazione. Si adopera affinché la persona assistita disponga delle informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita.
 

 

 

  1. L’infermiere nell’esercizio professionale assicura e tutela la riservatezza della persona assistita e dei dati ad essa relativi durante l’intero processo di cura. Nel trattare i dati si limita a ciò che è attinente all’assistenza.
 

 

 

  1. L’infermiere rispetta la esplicita volontà della persona assistita di non essere informata sul proprio stato di salute, purché tale mancata informazione non sia di pericolo per la persona stessa o per gli altri.
a) appare un articolo complesso, e non chiarisce il dilemma e il bisogno dell’infermiere di avere un punto di vista univoco e non interpretativo a seconda del contesto

 

 

  1. L’infermiere sostiene la relazione con la persona assistita che si trova in condizioni che ne limitano l’espressione o la definizione e lo sviluppo del suo progetto di vita.
 

 

 

  1. L’infermiere che rileva privazioni o maltrattamenti sulla persona assistita, segnala le circostanze all’autorità competente e si attiva perché vi sia un rapido intervento.
a) con il benestare dell’interessato b) da solo o in concorso con le altre professionalità; c) e se la persona non vuole informare le autorità siamo nel campo della violazione del segreto professionale o dell’omissione di atti d’ufficio?

 

 

 

  1. L’infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l’opinione del minore rispetto alle scelte curative, assistenziali e sperimentali, tenuto conto della sua età e del suo grado di maturità.
a) il minore è sempre sotto la tutela del genitore che legalmente deve prendere la decisione ultima?

 

 

  1. L’infermiere, quando la persona assistita non è in grado di manifestare la propria volontà, tiene conto di quanto da lei documentato o chiaramente espresso in precedenza.
a) quando la persona assistita no è in gradi di manifestare la propria volontà, si deve avvalere della collaborazione dei propri familiari per la scelta della cura e con l’ausilio dei sanitari si tiene conto di quanto documentato o espresso in precedenza; b) attivandosi nella raccolta dati, qual’ora incoerenti o non direttamente disponibili; c) coinvolgendo sempre i familiari

 

 

  1. L’infermiere rispetta il segreto professionale non solo per obbligo giuridico, ma per intima convinzione e come espressione concreta del rapporto di fiducia con la persona assistita.

 

  1. L’infermiere nella comunicazione, anche attraverso mezzi informatici, si comporta con correttezza, rispetto, trasparenza e veridicità.
a) anche al fine di evitare discredito della professione

 

 

Capo IV – Il fine vita

  1. L’infermiere presta assistenza fino al termine della vita della persona assistita. Riconosce l’importanza del gesto assistenziale, della palliazione, del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale e spirituale.
a) favorire e sviluppare il rapporto empatico; b) accompagna fino al termine della vita della persona assistita assicurando, con la sua assistenza, una fine dignitosa

 

 

  1. L’infermiere tutela la volontà della persona assistita di porre dei limiti agli interventi che ritiene non siano proporzionati alla sua condizione clinica o coerenti con la concezione di qualità della vita espressa dalla persona stessa.
a) È ora che venga approvata la legge che tenga conto di questi principi; b) permane il contrasto con il dilemma della volontà della persona a porre fine agli interventi che possono causare la morte della persona

 

 

  1. L’infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento della persona assistita, nell’evoluzione finale della malattia, nel momento della perdita e nella fase di elaborazione del lutto.
 

 

 

Capo V – L’organizzazione e la funzione assistenziale

29.L’infermiere ai diversi livelli di responsabilità assistenziale, gestionale e formativa, partecipa e contribuisce alle scelte dell’organizzazione, alla definizione dei modelli assistenziali, formativi ed organizzativi, all’equa allocazione delle risorse e alla valorizzazione della funzione infermieristica e del ruolo professionale.

a) occorre promuovere un modello maggiormente partecipativo prevedendo spazi nel turno di lavoro per esprimere idee concetti suggerimenti dubbi e dilemmi; b) utopia

 

 

  1. L’infermiere concorre alla valutazione del contesto organizzativo, gestionale e logistico in cui si trova la persona assistita e formalizza e comunica il risultato delle sue valutazioni.
 

 

 

  1. L’infermiere, dipendente o libero professionista, partecipa al governo clinico, promuove le migliori condizioni di sicurezza della persona assistita, fa propri i percorsi di prevenzione e gestione del rischio e aderisce fattivamente alle procedure operative, alle metodologie di analisi degli eventi accaduti e alle modalità di informazione alle persone coinvolte
a) non è necessario specificare il rapporto lavorativo in quanto è implicito che sia riferito a tutti gli infermieri; b) distinzione inutile

 

 

 

32.L’infermiere pone in essere quanto necessario per proteggere la persona assistita da eventi accidentali e/o dannosi, mantenendo inalterata la di lei libertà e dignità.

a) è in parte ripetitivo rispetto all’articolo precedente

 

 

  1. L’infermiere, qualora l’organizzazione chiedesse o pianificasse attività assistenziali, gestionali o formative in contrasto con i propri principi e valori e/o con le norme della professione, si attiva per proporre soluzioni alternative e se necessario si avvale della clausola di coscienza.
 

 

 

Capo VI – L’infermiere e il Collegio professionale

  1. L’infermiere e il Collegio professionale si impegnano affinché l’agire del professionista sia libero da condizionamenti, interessi, pressioni di assistiti, familiari, altri operatori, imprese, associazioni, organismi.
a) non sempre succede

 

 

  1. L’infermiere e il Collegio professionale si adoperano per sostenere la qualità e l’appropriatezza dell’esercizio professionale infermieristico.
a) non sempre succede

 

 

  1. L’infermiere e il Collegio professionale segnalano le attività di cura e assistenza prive di basi e riscontri scientifici e/o di risultati validati.
 

 

 

  1. L’infermiere e il Collegio professionale denunciano l’esercizio abusivo della professione infermieristica.
a) opportuno sarebbe sensibilizzare maggiormente la popolazione a tal proposito; b) denunciare sempre tutti gli abusi

 

  1. L’infermiere e il Collegio professionale promuovono il valore e sostengono il prestigio della professione e della collettività infermieristica.

 

  1. L’infermiere tutela il proprio nome e il decoro personale. Osserva le indicazioni del Collegio professionale nella informazione e comunicazione pubblicitaria.
a) e ne rafforza l’immagine sociale e ne riconosce il valore economico; b) segnalando eventuali difformità al Collegio di appartenenza; inserire anche “professionalità”

 

 

  1. L’infermiere esercita la funzione di rappresentanza professionale con dignità, correttezza e trasparenza. Utilizza espressioni e adotta comportamenti che sostengono e promuovono il decoro e l’immagine della comunità professionale e dei suoi attori istituzionali.

Disposizioni finali

Le norme deontologiche contenute nel presente Codice sono vincolanti; la loro inosservanza è sanzionata dal Collegio professionale.

I Collegi professionali sono garanti della qualificazione dei professionisti e delle competenze da loro acquisite e sviluppate.

I Collegi professionali, recepiscono e attuano le indicazioni legislative, regolamentari e giuridiche, inerenti il loro essere enti ausiliari dello Stato.

GLI ARTICOLI DELLA BOZZA DEL CODICE DEONTOLOGICO
UTILI N, 1  – 2 – 3 – 4 – 14 – 15 – 9 – 16 – 18 – 6 -10 -11 – 21 – 25 – 26 – 27 – 28 – 35 – 31 – 32

 

INUTILI N. 13 – 10 – 28 – 2 – 20

 

COMPRENSIBILI N.1 – 40 – 14 – 2 – 3

 

INCOMPRENSIBILI N. 31 – 25 – 39

 

LA BOZZA DEL CODICE DEONTOLOGICO
NECESSARIA SI N. 250 NO N. ZERO
COMPLETA SI N. 70 NO N. 80

 

LA BOZZA DEL CODICE DEONTOLOGICO RISPETTO AL PRECEDENTE
MIGLIORE SI N. 190 NO N. ZERO
CARENTE SI N. 1 NO N. 175
ADEGUATO AI TEMPI SI N. 210 NO N. ZERO
SOVRAPPONIBILE SI N. 30 NO N. 180

 

COSA MANCANO NELLA BOZZA DEL CODICE DEONTOLOGICO
BIOETICA SI N. 20 NO N. 130
SICUREZZA SUL LAVORO SI N. 130 NO N. 50
RAPPORTI CON L’AMM.NE SI N. 120 NO N. 70
RAPPORTI CON L’OMCEO SI N. 80 NO N. 60
DEQUALIFICAZIONE SI N. 150 NO N. 40
DEMANSIONAMENTO SI N. 150 NO N. 60
RIFIUTO ORDINI DI SERVIZIO SI N. 90 NO N. 50
RICONOSCIMENTO ECONOMICO SI N. 110 NO N. 30
CONTENZIONE SI N. 70 NO N. 60
EUTANASIA SI N. 170 NO N. 50
SUICIDIO ASSISTITO SI N. 130 NO N. 50
SFERA PEDIATRICA SI N. 110 NO N. 50
TUTELA GIURIDICA SI N. 100 NO N. 30

 

TOTALE SCHEDE RIENTRATE 256 (DUECENTOCINQUANTASEI SU 960)

 

Integrazioni iscritti albo Codice Deontologico 2016