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“MIO PADRE MORTO TRA L’INDIFFERENZA”

“MIO PADRE MORTO TRA L’INDIFFERENZA”

La comunità infermieristica del Sulcis Iglesiente deve confrontarsi anche con storie e accadimenti come quello espresso in una nota pubblicata su UnioneSarda on line. Un contesto assistenziale dall’esito infausto che deve riguardarci tutti, non solo i diretti interessati. Abbiamo attivato l’accesso agli atti e ai documenti amministrativi presso la ASSL di Carbonia per avere contezza dell’esatto svolgimento della vicenda.

Daremo riscontro alla famiglia Scanu di Santadi, intimamente convinti che un Ordine Professionale debba metterci la faccia e la firma anche innanzi ad eventi che rimettono in discussione non solo il ruolo professionale e l’immagine e il decoro dell’infermieristica in generale, ma non di meno l’organizzazione all’interno della quale operiamo tutti i giorni assumendoci le responsabilità che derivano di aver scelto di vivere il mondo del lavoro da infermieri, appunto. Alla famiglia Scanu sin d’ora la nostra vicinanza e finanche comprensione dello stato d’animo con il quale ha giustamente inteso di denunciare l’accaduto.

Per correttezza d’informazione e per rispetto della nostra comunità e dei cittadini che si affidano alla nostra assistenza e che hanno fiducia in centinaia di infermiere ed infermiere ed infermiere pediatriche in tutta la provincia, in ambito ospedaliero e territoriale, nel pubblico e nel privato, interloquiremo con la famiglia Scanu a cronometro fermo e senza la minima intenzione, sin d’ora, di difendere rendite di posizione, di scaricare a terzi responsabilità se afferenti al nostro ambito d’azione assistenziale, di creare polemiche.

Non è il momento delle polemiche e nemmeno quello di alzare bandiera bianca: è il momento della riflessione la più seria, profonda e collegiale possibile.

il presidente Graziano Lebiu


 

“Gentile redazione,

lunedì 23 aprile ho accompagnato mio padre, quasi novantenne, al Pronto Soccorso dell’Ospedale Sirai di Carbonia poiché, a causa di un’accidentale caduta, ha battuto la testa con una momentanea perdita dei sensi e parziale perdita della memoria (non ricordava dove, come e quando fosse caduto).

Siamo arrivati al Pronto Soccorso intorno alle 18.

Preso subito in consegna dall’infermiera per l’accettazione e dopo il controllo dei vari parametri (pressione sanguigna, battito cardiaco e saturazione dell’ossigeno), ho consegnato all’operatrice sanitaria il foglio di dimissioni (risalente a dieci giorni prima) del suo precedente ricovero nel reparto di Cardiologia del medesimo ospedale, poiché a marzo gli era stato impiantato un pacemaker a causa di un’insufficienza cardiaca.

Nel suddetto foglio di dimissioni erano elencate le varie patologie di cui mio padre soffriva e i farmaci da assumere giornalmente, tra cui il Coumadin (un anticoagulante).

L’infermiera, nel frattempo, ci ha fatto accomodare all’interno del Pronto Soccorso dove tante altre persone erano presenti.

Passavano le ore in attesa di essere chiamati e, intorno alle 21.45, l’infermiera gli ha effettuato un prelievo di sangue per il controllo dei valori sanguigni, tra cui il tempo di protrombina (PT).

Intanto mio padre ha iniziato ad avere mal di testa sempre più forte, tanto che abbiamo chiesto all’infermiere di poter parlare con il medico, ma la risposta è stata: “Il medico sta visitando, lo vede quando è il suo turno”.

Mio padre continuava a peggiorare e intorno alle 22.30, oltre al forte mal di testa, ha cominciato ad avere forti conati di vomito. Ho chiesto nuovamente aiuto all’infermiere, il quale mi ha portato una traversa per raccogliere il vomito e mi ha chiesto: “Perché suo padre è qui?”. “E’ caduto e ha battuto forte la testa”, ho spiegato. “Il medico lo vedrà non appena arriva il suo turno”, la risposta.

Mio padre stava sempre peggio, chiedeva aiuto a chiunque gli passasse davanti e io, non sapendo più cosa fare, ho spinto la sedia a rotelle dove stava seduto e l’ho posizionata davanti alla sala visite, in attesa del dottore, che è uscito poco dopo.

“Dottore, potrebbe visitare mio padre? Sta troppo male”. E lui, senza neanche informarsi della causa di tanto malessere, mi ha risposto: “Lo visito sicuramente, quando è il suo turno”.

Il suo turno è arrivato all’una di notte, dopo sette ore di attesa.

In sala visite il medico mi ha chiesto la conferma dei farmaci assunti da mio padre (era registrato dal ricovero in cardiologia) e io gli ho risposto “no, non sono più quelli elencati, la terapia gli è stata cambiata; all’accettazione ho consegnato all’infermiera il foglio di dimissioni della Cardiologia, dove sono elencati i nuovi farmaci”.

Mi ha subito risposto di non aver visto questo foglio, trovandolo poi sotto una pila di fogli. “Vedo che alla fine gli hanno prescritto l’anticoagulante, lo mandiamo subito a fare la Tac”.

Il responso della Tac è arrivato alle 2 e il medico mi ha detto: “Signora, c’è un’importante emorragia cerebrale, abbiamo già prenotato un consulto con il neurochirurgo all’Ospedale Brotzu, lo sta aspettando. Lo portiamo immediatamente con l’ambulanza”.

Panico. Ho subito guardato mio padre, fino a quel momento abbastanza vigile, che con una voce strana e inclinando la testa, mi ha detto di avere molto sonno. Ho cercato di scuoterlo, ma lui in preda a spasmi alle braccia e alla mandibola, da quel momento non ha risposto più a nessuno stimolo.

Alle quattro del mattino, accompagnato da una dottoressa della rianimazione, intubato e sedato, è stato portato al Brotzu per la visita neurochirurgica.

Alle sei di mattina era già di ritorno. Ricoverato in rianimazione è deceduto alle 20 del 25 aprile.

 

LE DOMANDE SONO TANTE – A conclusione di tutto questo, consapevole della gravità dell’emorragia e che nessun antidoto per l’anticoagulante e nessuna sacca di plasma avrebbero cambiato la prognosi, neanche se visitato tempestivamente, le domande sono tante.

Perché al Sirai un paziente anziano con trauma cranico, perdita di coscienza e di memoria, per di più in terapia con anticoagulanti, non è da considerarsi codice rosso? Perché il medico non è stato avvisato?

Con la presente voglio denunciare la grave negligenza e mancanza di umanità verificatasi quella sera da parte del personale infermieristico e medico.

Perché quando la situazione è andata via via peggiorando nessuno ha prestato attenzione, nessuno ha ascoltato quel vecchietto che urlava per il dolore e chiedeva aiuto, lo avete ignorato deliberatamente per ore! Non era il suo turno!

L’unica considerazione è stato un telo per raccogliere il suo vomito!

Dove era la vostra professionalità, la competenza, l’umanità, la disponibilità e l’amore verso il prossimo, che chi come voi SCEGLIE di intraprendere questo mestiere deve avere? Le avete lasciate a casa!

Con voi avete portato la noncuranza, l’indifferenza, la negligenza, il menefreghismo e la scarsa disponibilità!

Quel vecchietto era importante per noi.

Quanto a me, non dimenticherò mai i suoi lamenti di dolore e il suo implorare aiuto. E dovrò fare i conti con i sensi di colpa per non aver, forse, fatto abbastanza affinché venisse visitato e per non aver ascoltato le sue parole: “Non portarmi al Sirai, lo sai che quel posto non mi piace”.

Ivana Scanu – Santadi

http://www.unionesarda.it/articolo/caraunione/2018/05/17/la-lettera-del-giorno-ore-di-attesa-in-ospedale-mio-padre-morto-n-127-729763.html

  • egy66 18/05/2018 21:24:56

    Vergogna!!!!!
  • user262310 18/05/2018 15:56:28

    Questi sono i nostri medici ed infermieri,non hanno mai un briciolo di umanità nonostante il lavoro che svolgono, sono menefreghisti e lavativi,nelle ore di lavoro pensano solo a fumare,fare pettegolezzo,passeggiare e mortificare la gente che realmente sta male.Cafoni come pochi.Senza distinzione di ordine e grado. Oltretutto la cosa piu sagliata di tutto è che sia un semplice infermiere a dare dei codici di gravità, quando non é loro competenza stabilire l’urgenza, come accaduto in questo caso.
  • user238075 18/05/2018 15:40:19

    Straziante. Un abbraccio a Ivana
  • SergioPorcu 18/05/2018 14:35:37

    Porgo le mie piu’ sentite condoglianze, perche’ purtroppo l’ho provato anch’io, vedere morire mio fratello e anche mia madre nella indifferenza totale. Quello non e’ un ospedale, e nessuno se ne vergogna. Per questo capisco benissimo la signora Scanu e cosa si prova, penso che come si suol dire, nemeno nel terzo mondo succedono queste cose. La mia unica salvezza e’ che per fortuna vivo in Svizzera dove veramente funziona tutto. Questo si che e’ un vero modello di nazione. Auguri a tutti i sardi.
  • sonchry 18/05/2018 10:13:02

    leggendo la sua storia mi si è stretto il cuore…le sono vicino
  • Kaligola 18/05/2018 10:08:29

    Denunci! È un suo dovere morale come figlio e civico come cittadino!
  • user221081 18/05/2018 09:37:34

    non bisogna lasciar perdere! denunciare e chiedere giustizia !!
  • SpartacusVin 18/05/2018 08:24:26

    poi quando i cittadini scaricano la loro rabbia contro straricchi “illustri” personaggi politici che invece ricevono ogni riguardo e attenzione vengono subito indagati e criminalizzati. povera italia
  • user236648 18/05/2018 08:14:09

    Non vuoi denunciare una cosa così grave? non sono degni di stare in un ospedale!!!
  • user239380 18/05/2018 07:24:57

    Io da parte sua denuncerei subito , viviamo qua nel Sulcis in un mondo di indifferenza. Da due ospedali non ne esce uno tutto per colpa della politica. Un pronto soccorso che ha un solo medico nel turno notturno e personale ridotto ai minimi termini che deve seguire un reparto a se, la dice tutta. Un emodinamica che funziona solo la mattina, medici non presenti nel turno notturno solo per risparmiare cosa se poi i nostri manager e primari sono i più pagati di tutta italia. E’ molto triste…
  • user226753 17/05/2018 22:32:56

    Sig.ra Ivana, le sono vicina perchè so cosa significa l’indifferenza dei medici di fronte alla sofferenza. Mio padre, malato di cancro, poteva essere salvato, ma fra dottori non erano d’accordo su varie terapie… ma tralasciando questo, quando chiesi notizie di mio padre al medico che lo aveva in cura nel reparto dove era ricoverato, mi disse “Non ha idea dei problemi che ho io “, gli risposi “Bene dottore, facciamo cambio, lei si prende i problemi di mio padre e mio padre i suoi!!!”…
  • ienaridens 17/05/2018 20:47:00

    Mi spiace tantissimo…io penso che avrei chiamato la polizi
  • rosalux 17/05/2018 20:00:32

    Cara Signora Ivana sono molto dispiaciuta per lei e per il suo babbo. Questa vicenda mi ha ricordato quella subita 2 anni fa da mia mamma ottantacinquenne, che ora non c’è più. Stava molto male (soffriva di cuore e aveva un fortissimo dolore ad una gamba) e noi familiari l’abbiamo accompagnata al pronto soccorso. Siamo arrivati alle 9 del mattino ed è stata visitata dopo le 20. Da notare che in tutto il giorno non è entrato nessuno in codice rosso. Un forte abbraccio.
  • primoeffe 17/05/2018 19:56:41

    Perchè non farlo, un esposto? Potrebbe evitare che altre persone come suo padre si trovino in futuro alla mercè di “professionisti” scarsamente efficienti e incapaci di riconoscere la gravità dei sintomi di chi si rivolge al Pronto soccorso. Ma purtroppo signora, spesso si ha l’impressione che uno dei requisiti utilizzati da medici e infermieri della sia l’età di chi ha bisogno di assistenza.
  • MauroSanna 17/05/2018 19:24:17

    signora IVANA queste storie mi riempono di tristezza come si può far aspettare una persona anziana in quelle condizioni sette ore in attesa è disumano non ci sono parole la saluto
  • Peppa_Piga 17/05/2018 18:56:41

    DEVE DENUNCIARE! POI SARA’ LA MAGISTRATURA A VALUTARE, MA SE NON DENUNCIA FA IL GIOCO LORO!
  • annamaro 17/05/2018 17:22:05

    Mi dispiace tanto per suo padre..e certamente da tantissimo fastidio vedersi impotenti in queste situazioni. Non deve sentirsi in colpa lei,ma sicuramente i medici che avevano l obbligo di prendere in mano la situazione sapendo della caduta. Qualunque sia l età della persona che a sua volta è obbligata a rivolgersi a loro.. Certo fosse stato un parente loro non avrebbero aspettato così tante ore.. vergogna!!
  • alexander5 17/05/2018 17:09:02

    storia orribile…un forte abbraccio alla Signora Ivana. Mi dispiace tanto.
  • kriko 17/05/2018 14:44:20

    Cara signora Ivana, da come leggo Lei, ha deciso di “non sporgere denuncia alle autorità competenti”. E’ qui che si sbaglia. Chi ha la responsabilità per la non curanza ed il conseguente decesso di suo padre deve pagare. Siano infermieri, che spesso si calano nei panni dei medici, e ciò non deve avvenire, siano medici o chi che sia. Se Lei non denuncia, queste cose continueranno ad accadere ed a pagarne le conseguenze sarà un’altra persona. Faccia in modo che ciò non accada. Denunci quanto prima
  • user221034 17/05/2018 14:28:57

    Un grande abbraccio solidale signora Scanu, credo che quest’atroce esperienza sia abbastanza diffusa, purtroppo, ne so qualcosa, avendo accompagnato spesso mia madre ultranovantenne al p. soccorso a Cagliari. Non mi permetto di sindacare la sua scelta di non sporgere denuncia, ma credo che potrebbe essere un deterrente per altri casi, nei quali magari la tempestività è fondamentale. In ogni caso non è accettabile che una persona con trauma cranico venga lasciata agonizzare fino al “su. Spaventos
  • user220836 17/05/2018 13:04:37

    Anni fa, in un ospedale cagliaritano, una donna laureata in medicina, che non è possibile chiamare medico, ha mandato via, dalla stanza dove era ricoverata la madre morente, la figlia di questa donna morente, che la implorava di lasciarle stringere la mano, negli ultimi istanti di vita della madre: “vada via, che gliela stringo io la mano a sua madre”…
  • Brent 17/05/2018 13:00:14

    Signora Ivana lei ha perfettamente ragione, il suo caso non è il frutto di un errore o di un incidente ma bensì la norma nell’attuale servizio sanitario nazionale, questo stato di cose è la conseguenza della trasformazione in senso aziendalistico della sanità, non siamo più pazienti da accudire o clienti da soddisfare, e non siamo più nemmeno esseri umani siamo diventati i numeri di un rapporto allegato al bilancio della ASL che chiede il pagamento delle prestazioni alla Regione
  • Violet2012 17/05/2018 12:49:40

    Che vergogna. Tutti invecchiamo e tutti avremo bisogno di assistenza, medici e infermieri compresi. Mi dispiace molto per suo padre, signora.
  • Sorigumaccu 17/05/2018 12:45:44

    Il motivo per cui si comportano così è semplice: nessuno gli chiede conto delle loro azioni. Se la cantano e se la suonano, quindi hanno sviluppato una certa superbia.ti auguro di trovare giustizia
  • Torre2 17/05/2018 12:39:31

    si vede se un paese è un paese civile soprattutto da queste difficili vicende: quindi è evidente che, a partire da ampie branche del settore pubblico, il nostro paese non è un paese civil