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SUI FATTI CONTRO SERD CARBONIA ASSL CARBONIA

SUI FATTI CONTRO SERD CARBONIA ASSL CARBONIA

Ordine delle Professioni Infermieristiche Carbonia – Iglesias

Prot. 0010 del 9 Gennaio 2018

COMUNICATO STAMPA

Gentile Direttore, giornalisti,

abbiamo esitato qualche giorno per meglio valutare se e come entrare nel merito del dibattito suscitato dalla presa di posizione politica, con la p minuscola, contro il SerD ASSL Carbonia. Non vi è comunque dubbio che gli autori abbiano raggiunto il risultato di essere letti. Ma noi non li nomineremo.

Per rispetto e a tutela dei cittadini  e dei professionisti sanitari iscritti all’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Carbonia Iglesias, riteniamo di esternare pubblicamente, e condividiamo con voi e i vostri lettori le seguenti riflessioni.

Esporre una scritta inneggiando alla “protezione di qualcuno spostando altri” a pochi metri dal SerD stesso dove sono in trattamento assistiti per la loro dipendenza patologica dall’uso di sostanze, è un atto irrazionale nella forma, nel contenuto, nella tempistica.

Nella forma, perché nell’era della comunicazione digitale, il veicolo per un pensiero pur legittimo, (ma altrettanto in condivisibile), ritenuto meritorio di essere portato all’attenzione di molti, poteva viaggiare su altri direttive magari meno eclatanti.

Nel contenuto, perché appalesa una superficialità intellettuale e culturale che chi ambisce a governare la “polis” non può permettersi. Una pochezza senza precedenti.

Nella tempistica, perché arriva fuori tempo massimo, anacronistico come il concetto che intenderebbero promuovere, quello della “protezione del territorio e di chi vi abita”, e che riporta a ben altri contesti.

Ne usciamo tutti con la percezione di una rappresentazione dei fatti deteriorata, con un concetto del prossimo svalutato in senso lato.

La consapevolezza delle possibilità d’uscita e di riabilitazione e l’autostima che hanno di se stessi gli utenti del SerD a fronte del già latente giudizio sociale e dello stigma più o meno diffuso del/sul loro modo di vivere, viene oggi polverizzato da una condanna morale pubblica e contenuta in uno striscione realizzato da altri dipendenti di una sostanza non meno dannosa: il pregiudizio.            

La lettura dei pregiudicanti sul mondo complesso delle dipendenze patologiche deve modificarsi, esattamente come è cambiata nel tempo e nelle politiche socio sanitarie la visione che del Servizio per le Dipendenze oggi e per le Tossicodipendenze ieri hanno i cittadini, gli stessi utenti, addirittura le istituzioni e i professionisti sanitari.

L’assalto ideologico a mezzo bomboletta spray, tra le altre conseguenze, può anche determinare un calo drastico della cognizione dei propri diritti come utenti di un servizio di sanità pubblica, e l’incapacità di proporre un miglioramento delle cure di cui hanno bisogno, piuttosto che della sola logistica.

L’iniquità più rilevante è aver dato domicilio pubblico a chi al SerD si rivolge, una residenza nemmeno tanto virtuale dove oggi è possibile dare una sbirciata “disinteressata” tra chi entra e chi esce.

Agli operatori ma anche alle famiglie e agli utenti stessi, e non di meno a chi fa giornalismo, l’invito del Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche del Sulcis Iglesiente a non cedere alle provocazioni, a non vergognarsi di una condizione che richiede evidentemente interrelazioni, anzi concorrendo quale parte sana della società civile e della comunità professionale, in tutte le sue diramazioni, a rafforzare il messaggio che verso le condizioni di disadattamento e di dipendenza, si ammainano i vessilli, si lavora dietro le quinte e senza clamori, si spengono i riflettori.

Sulla qualità della risposta assistenziale del SerD, non è uno slogan progettato e realizzato per colpire facendo danni piuttosto che solidarizzare facendo utilità, che può dare risposte nette e definitive. Anzi. Ipotizzare lo spostamento del SerD in ambiente ospedaliero è infatti un mettere la testa sotto la sabbia: occhio non vede, pregiudizio non duole.

Alle istituzioni coinvolte, l’invito conclusivo di cogliere l’opportunità di trarre vantaggio dal fatto occorso, aprendo un discorso nuovo tra cittadini, operatori, utenti, enti: il dilemma del valore dei Servizio per le Dipendenze nel territorio di riferimento non passa per lapidarie sentenze da chiunque emesse senza averne titolo.

Organizzazione del SerD nella realtà civica, rapporto con operatori-utenti, rapporto utenti-cittadini, capacità d’intervento sulle dipendenze, devono tornare ad essere centrali nella programmazione del quotidiano e nel lungo periodo.

Si è persa occasione di proporsi alla ribalta della politica amministrativa lavorando non contro l’utente o per un mandante ma con l’utente e le istituzioni chiamate in causa.               

Il Presidente IPASVI CARBONIA IGLESIAS Graziano Lebiu

IPASVI CI 18-comunicato stampa serd